Se avete materiale che a vostro giudizio, può interessare il blog
e non c'è altro mezzo, per poterlo utilizzare, che quello di acquistarlo,
siamo disposti anche a farlo
contattate
dersu54.g@gmail.com


Si accettano donazioni, scannerizzazioni o registrazioni

giovedì 8 ottobre 2009

THE FOLKSTUDIO SINGERS (1965)

.





La fauna del Folkstudio è prevalentemente straniera, per lo più americana, ma ormai la notorietà del locale supera gli stretti confini cittadini….
…la direzione artistica del locale, (era) saldamente nelle mani di Harold Bradley, (e) non prevedeva interventi o musica impegnata, politica.
Bradley, autentico boss, non si raccapezzava granchè tra quanto dicevano e cantavano gli artisti italiani; a lui andava tutto bene purchè non ci fosse politica.
Bastava una sfumatura rossa che, interveniva urlando con un martello in mano (mimando il pezzo di Seeger), improvvisando a squarciagola uno dei suoi spiritual.
In quel periodo Bradley si esibiva con i Folkstudio Singers imponendo a tutti, quale modello di comportamento, il suo gospel-song.
In questo modo il Folkstudio diventa rapidamente un ibrido: Bradley lo guida con criteri di management all’americana, ma malgrado tutto i giovani artisti creativi e di sinistra riempiono sempre più il locale.
I cantori della sinistra, cacciati dalla porta rientrano dalla finestra perché pensano di disporre, finalmente, di uno spazio dove incontrarsi e confrontarsi.
Alla fine, schiacciati e sopraffatti dalla irruenza dell’americano gli artisti emigrano altrove……
Il millenovecentosessantacinque è l’anno “colored” per eccellenza.
Gli artisti di colore di buon rilievo, di passaggio a Roma, non si contano più. E’ un momento d’oro. Arrivano i fratelli Hawkins, Ronnie ed Eddie, che formano immediatamente un gruppo di spirituals a fianco dei Folkstudio Singers…. Primo concerto al Teatro Eliseo di Roma. Tutto esaurito e richieste di concerti un po’ ovunque.
Harold Bradley allestisce rapidamente uno spettacolo “Si walk, si talk con ritmo” e inizia a girare in tournèe l’Italia.
A via Garibaldi (sede del locale) non sembra vero: allentate le maglie della sorveglianza, ritorna il canto politico. Si esibiscono subito Giovanna Marini e Leoncarlo Settimelli, ora giornalista e critico di musica pop per ‘Ciaobig’…..



Dario Salvatori
estratto da "Folkstudio Story" (studio forma, 1981)







EDIZIONI PAOLINE - SI 45.2
lato a) - Non domandarmi perchè (colitta-ward-raspanti)
lato b) - Una nuvola di pianto (colitta-ward-raspanti)




EDIZIONI PAOLINE - SI 45.00100
lato a) - Ho tanto bisogno di te (colitta-raspanti-ward)
lato b) - Mentalità (colitta-raspanti-ward)




cover
http://www.mediafire.com/?y5ggj5kxpwmjk9b

record
http://www.mediafire.com/?wlpld04xtzoukdk

5 commenti:

  1. scaricando la cover ho avuto una sopresa!

    ho letto che il disco delle edizioni paoline fa parte di una "serie impegno" curata da Aldo Brancher. Un nome che mi diceva qualcosa ma non riuscivo a ricordare.
    ho cercato il nome su google:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Brancher

    ed ho scoperto il perchè non era un nome nuovo.

    RispondiElimina
  2. Salve sono il figlio di Marcello Colitta, volevo ringraziare chi ha pubblicato questo blog...purtroppo mio padre è scomparso lo scorso anno ma mi fa piacere vedere pubblicato da qualche parte ancora il ricordo alla sua passione che era la scrittura e la poesia.

    RispondiElimina
  3. grazie Dante, ma è doveroso parlare del Folkstudio e di conseguenza dei Folkstudio Singers se si vuole portare avanti un discorso di musica e generazioni degli anni '60.
    La notizia che mi hai dato di Marcello Colitta mi rattrista....... ma è uno stimolo ulteriore nel farmi proseguire in questo impegno che mi sono dato: "recuperare un periodo storico che ha forgiato molte generazioni".
    un saluto

    RispondiElimina
  4. Hello thanks for posting this. I'm the son of Bill Ward who was the piano player for the group. I've been trying to find footage of the group performing, do you happen to know of any and or would you be able to help me locate some?

    RispondiElimina
  5. Mi inserisco anche io in questi commenti; sono entrato in possesso di "A man called Jesus", 33 giri del 1965 e ho iniziato a cercare notizie sul web, era un progetto interessante!
    Complimenti per il post

    RispondiElimina