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mercoledì 25 novembre 2009

ETTORE PETROLINI (1886-1936)

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Figlio di un fabbro, e destinato al mestiere di artigiano, fin da bambino mostra una vivacità fuori del comune, che gli procurerà qualche guaio (anche un breve periodo trascorso in un riformatorio piemontese). Lo anima una grande passione per il teatro e, ancora giovinetto, ottiene un ingaggio come figurante in una baracca romana adibita a teatro di varietà. A 15 anni decide di fuggire di casa per dedicarsi alla carriera teatrale, così cerca lavoro fuori Roma, a Santa Marinella e a Campagnano Romano. Lo troverà in una compagnia di attori ambulanti, ma l'esperienza sarà tutt'altro che entusiasmante, soprattutto sotto il profilo economico.........
G.B.
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estratto da "Il Dizionario della Canzone Italiana" a cura di Gino Castaldo - Armando Curcio Editore, 1990
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L'ARTE DI PETROLINI
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"per me il teatro è un fattispecie d'uno stupefacente. Se non lo piglio ogni sera a quella data ora e la festa anche il dopopranzo, smanio, sto male, divento un uomo perso."
Ma più che un stupefacente per Ettore Petrolini il teatro era un elemento vitale. Rappresentava l'ossigeno del suo temperamento, il fosforo della sua fantasia. Anche fuori del palcoscenico codesto teatro se lo portava dietro dovunque e sempre. Recitava in continuazione. Alla sua maniera però, una maniera tutta particolare e inventiva che tanto nell'arte come nella vita, anche da un motivo trito, da uno spunto insignificante, sapeva trarre partito per creare frasi, gesti, atteggiamenti d'una efficacia sorprendente e gustosa. Recitando, molto spesso divagava, ma le sue divagazioni erano così scintillanti d'arguzia e di brio che i fili grigi della trama che gli serviva da punto di appoggio diventavano di colpo luminosi.
Ciò non accadeva soltanto dinanzi alle platee affollate di pubblico. Avveniva pure quando Petrolini si trovava sulla ribalta della vita quotidiana. Mai dimenticando le parole dell'imperatore Marco Aurelio che diceva "ogni uomo è un attore che viene mandato via dal palcoscenico dallo stesso pretore che l'ha invitato a salirci"...........
Luciano Folgore
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estratto da "CAPITOLIUM" gennaio 1942

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