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giovedì 3 dicembre 2009

(1946) locandina - PAISA' (italia)

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.con: Carmela Sazio, Robert Vanloon, Dots M. Johnson, Alfonsino, Gar Moore, Maria Michi,Harriet White, Renzo Avanzo, Gigi Gori, Bill Tubbs
Regia: Roberto Rossellini
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genere: dramma di guerra a episodi
soggetto: Alfred Hayes, Klaus Mann, Marcello Pagliero, Sergio Amidei, Federico Fellini, Roberto Rossellini
sceneggiatura: Federico Fellini, Roberto Rossellini
fotografia: Otello Martelli
musica: Renzo Rossellini
montaggio: Eraldo Da Roma
produzione: italia-usa
distribuzione: MGM
valutazione del CCC: Adulti (richiede la preparazione e la mentalità di un adulto)
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Nel 1946 Rossellini aveva già girato "Roma città aperta", che è del principio del 1945, quando ancora durava la guerra nel Nord, ma la critica fu con "Roma città aperta" e con "Paisà" spietata nella maggior parte dei casi e tiepida in pochissimi altri.    "La mente ottenebrata di Rossellini....", cominciava il primo articolo capitato tra le mani del regista nel 1946.   "È solo un brutto esperimento bozzettistico....", diceva un altro.   Il film infatti fu boicottato perfino dagli esercenti, che, imbeccati da una critica ottusa, vedevano in Paisà un "insulto per gli italiani di tutte le guerre", e fecero perfino una petizione presso il ministero perchè la pellicola fosse ritirata.
Ma non bastò.   Infatti, dopo aver ottenuto per "Paisà" il visto di censura, Roberto Rossellini fu chiamato da un alto funzionario del ministero dell'interno e invitato, "visto che la censura era stata troppo generosa, a ritirare, come autore, la pellicola, considerata un affronto per i combattenti e per l'Italia".   Perfino molti uomini politici cercarono di opporsi alla circolazione di "Paisà".
I gionali continuarono a parlare di bozzettismo.   L'unico che ne parlò favorevolmente e capì il film nel suo vero significato e nel suo alto valore artistico fu Raul Radice, critico dell' "Europeo", che scrisse: "La riservatezza e i dubbi che da molte parti si sono manifestati a proposito di "Paisà" confermano la personalità singolarissima di Rossellini.   "Paisà" è di gran lunga superiore a "Roma città aperta", e il miglior film italiano che ci sia stato consentito di vedere da molto tempo, è il solo autentico film di guerra tra quanti abbiamo veduti, arrivati un pò da tutto il mondo".
Con la campagna di stampa sfavorevole, fu davvero fortunato chi poté vedere "Paisà" in qualche sala periferica per caso o nei cineclub.   Così molti italiani finirono per perderlo.   Mercoledi della scorsa settimana però la televisione s'è decisa finalmente a trasmetterlo per milioni di telespettatori, dando l'opportunità al grande pubblico di vedere uno dei film che hanno aperto la strada non solo al cinema ma anche a molta letteratura italiana in un periodo difficilissimo e più che mai confuso.[...]

Sergio Saviane
("L'Espresso" - 28 luglio 1963)

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