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venerdì 29 ottobre 2010

(1963) rivista - QUATTRORUOTE (settembre)




Informazione Industriale


Perchè non cronometrate i vostri complessi?

L'originale e affascinante psicologo C.G. Jung si fece sospettare di magia nera perchè con l'aiuto di un cronometro e con poche parole evocatrici penetrava nella vostra mente  e vi metteva bruscamente davanti ai fantasmi che vi ossessionavano.
Con l'aiuto di un cronometro? Certo! scegliendo parole isolate (evocatrici), come acqua... coltello... baciare... danaro, senza alcun nesso logico, affinchè non suggerissero niente di preciso, vi invitava a rispondere il più rapidamente possibile con la prima parola che esse vi richiamavano alla mente, per esempio: nuotare... cucina... molto... cameriera..   Così, dopo la parola "acqua", misurava al quinto di secondo il tempo di reazione che precedeva la risposta "nuotare".   Supponendo che egli registrasse successivamente 4/5 di secondo, 10/5, 3/5, 20/5, poteva individuare le parole critiche, quelle cariche, per voi, di un contenuto emozionale (non voglio certo insinuare che voi sognate di baciare la cameriera!), Le parole, infine, che svegliano un eco nella parte "tabù"  della vostra personalità.    E proprio valendosi di tali associazioni, riusciva a formulare diagnosi sorprendenti.
In breve, Jung aveva fatto di quello che potrebbe essere un gioco di società un raffinato strumento di ricerca che gli consentiva di esorcizzare gli animi immobilizzati nell'angoscia o nell'irrazionale.
Interessante per noi è il fatto che un meccanismo di orologeria così banale come il cronometro (o il suo parente prossimo, il "computer") abbia costituito per tanti uomini straordinari e differenti lo strumento attraverso il quale si spiega il subcosciente (Jung il medico delle anime) e grazie al quale trionfa il dinamismo (Henry Ford, il distributore del famoso modello "T").
                                                                                                                                                                             
Nel nostro secolo, esaltante e insieme convulso, il cronometro trova del resto entusiastica accoglienza da parte di altre persone che non sono né industriali, né scienziati, né cosmonauti, ma semplicemente persone giovani e sportive o uomini animati da spirito di ricerca o spinti da qualche "hobby".   Per desiderare un cronometro, non occorre essere partecipanti abituali di rallies, esploratori subacquei o esperti nella registrazione del suono.
Effettivamente, ove si consideri il "crono" come uno "strumento di bordo" che si porta al polso per un'infinità di scopi diversi da quello puro e semplice di avere la conferma che il tempo passa - e noi con lui, purtroppo - esso è indubbiamente l'orologio dei giovani.   Il "crono" si accorda meglio con il "furore di vivere" e con lo "spirito competitivo", e cioè con le espressioni con cui la grande ondata della gioventù vuol significare che essa prende le distanze per correre, più rapidamente di noi, la sua grande corsa nel mondo in ebollizione che il nostro talento di "apprendisti stregoni" gli ha così bene preparato.
Dato lo stato attuale del nostro vecchio pianeta, tanto vale dare ai giovani un orologio "funzionale" il cui ritmo batta all'unisono con quello della vita moderna e che consenta di "cronometrare", una funzione divenuta requisito fondamentale nello sport, nello studio, nell'apprendistato del mestiere ed anche nell'esercizio di tante e diverse professioni.   Ciò spiega perchè il cronometro, alla pari del motore-velocità o del cinema-evasione, risvegli l'interesse delle giovani generazioni che gli trovano un'infinità di impieghi pratici ai quali noi -le vecchie leve- non avevamo mai pensato; ma ciò ha anche dato origine a un nuovo boom dei cronometri che non manca di rallegrare i fabricanti svizzeri del ramo.

Georges Caspari


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