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domenica 14 novembre 2010

(1963) La Sfida della Tigre (Mina e Corrado Pani)



Come Carla Gravina, come Marisa Del Frate, come Sandra Milo, anche Mina ha scelto la strada terribilmente spinosa di "ragazza madre".

CICOGNE PERICOLOSE

“Quando volano le cicogne” era il titolo di un film drammatico della cinematografia sovietica che è ormai entrato nella schiera dei classici dello schermo. Ma ecco che adesso, in Italia, le cicogne hanno ripreso a volare per tutt’altro motivo, e in qualche caso piuttosto a sproposito. I simpatici pennuti ai quali la tradizione attribuisce la delicata incombenza di depositare bambini nelle culle incominciano a venire avvistati un po’ troppo di frequente, anche là dove la loro presenza non sarebbe né desiderata né richiesta. Sembra quasi che si sia determinata una psicosi della cicogna, non molto dissimile dalla psicosi dei dischi volanti.
Da quando la cantante Mina Mazzini ha divulgato ‘urbi et orbi’ l’annunzio del suo contributo alla campagna demografica, i cacciatori di notizie a sensazione si sono scatenati.
“Se Mina aspetta un figlio – debbono essersi chiesti – perché non anche l’attrice tal dei tali o la cantante talaltri?” Ed ecco che, con una solerzia degna di segugi del fisco, si è incominciato a passare in rassegna decine di nomi “sospetti”, senza trascurare né le quindicenni né le signore mature; limitatamente ai casi, s’intende, in cui l’eventuale cicogna in arrivo avrebbe rappresentato una “cicogna di contrabbando” e non un regolare lieto evento consacrato dai santi crismi del matrimonio. In qualche caso, si è proceduto a confronti fotografici fra immagini attuali e retrospettive, rubando il mestiere alla polizia scientifica. “Perché la signorina Ipson si ostina a indossare vestiti svasatissimi? Perché la signorina Zeta non si fa vedere più in giro in pantaloni? Non vi sembra che la signorina Omega sia un po’ troppo ingrassata?” Sul filo di questi interrogativi, sono state messe in giro supposizioni sorprendenti. In qualche caso, per prudenza, audaci quanto sensazionali ipotesi sono state insinuate fra le righe, buttate lì quasi per caso. “L’attrice A.S., la cui bellezza ha assunto da qualche tempo un’aria quasi materna….” Oppure “La graziosa C.S., che non ha voluto confermare la notizia secondo cui aspetterebbe un figlio…”
E via di questo passo.
Il “caso Mina”in pochi giorni è dunque cresciuto e rischia di ingigantire all’entità di un fenomeno di costume dalle proporzioni sbalorditive, incontrollate, allarmanti. Che cosa deve pensare l’uomo della strada, al quale i ‘press agent’ e gli uffici pubblicitari delle case cinematografiche o discografiche si sforzano di ammannire la tranquilla immagine di ragazzine borghesi con due piedi in una scarpa, scortate a vista da cerberi di madri e dedite tutt’al più, come passatempo delle ore libere, a lavora all’uncinetto?
Sulla “maternità di cui si parla”, giudicando dalle prime reazioni, le opinioni appaiono alquanto divise. I “modernisti”, senza arrivare necessariamente a propugnare l’avvento del libero amore, ritengono che Mina ha fatto benissimo a infischiarsi di un codice morale che le offriva come unica diversa alternativa la rinunzia alla felicità del cuore. Gli “indulgenti”, pur esprimendo le loro brave riserve, sono disposti a chiudere un occhio, e non trovano difficoltà ad accogliere “l’appello alla comprensione” che la stessa cantante ha lanciato ai suoi ‘aficionados’, e in particolare alle donne. Gli “intransigenti” (e non sono pochi, nemmeno questi, a giudicare dalle lettere che ci sono pervenute) appaiono a loro volta divisi in più sfumature. C’è chi si appella prevalentemente a considerazioni morali, per esprimere una netta condanna, e chi trova per lo meno fuori luogo dipingere Mina come una Giovanna d’Arco dei nove mesi o come un’ Anita Garibaldi del fiocco azzurro o rosa. “È facile – ci scrive ad esempio una lettrice – lanciare sfide alla società e passare da eroina quando si dispone di un solido conto in banca e quando si è circondati da un ‘entourage’, come il mondo artistico, che non va tanto per il sottile. Resta da vedere come si sarebbe regolata Mina, qualora, anziché una cantante celebre, fosse stata una mondariso del vercellese o una sartina siciliana”. Opinioni di questo genere fanno eco del resto al severo giudizio che è stato espresso dallo stesso quotidiano della Santa Sede, ‘L’Osservatore Romano’, il quale ha trovato assurdo parlare di coraggio solo perché una donna ha preferito alla soppressione della maternità una maternità illegittima.
[…]
Tiemme
(TV sorrisi e canzoni, 27 gennaio 1963)
 
  • La sfida della tigre (Anna Corradini, Aurelio Addonizio, Tommaso Fusco)
    (20 gennaio1963)
  • (La parola all'avvocato ) Perchè il bambino non potrà avere il cognome Pani
    .
    .(20 gennaio1963)
  • 10 personalità giudicano la "ragazza-madre":
    .
    Miranda Martino, Gianni Ferrio, Vittorio Gassman, Alessandra Pacini, Monica Vitti, Antonella Lualdi, Gabriella Farinon, Lorella De Luca, Eleonora Rossi-Drago, Fabrizio Capucci
    (20 gennaio1963)
  • A colloquio con la mamma di Mina (Anna Corradini)
    (27 gennaio1963)
  • La rivedremo in "Carosello", quando sarà già mamma (Maso Biggero)
    (3 febbraio 1963)
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